UN
ITALIANO ALLA CORTE DI RE ARTU’
Viaggio
semiserio nell’universo della fantascienza in lingua inglese
Il
sentimento più genuino che ho provato nei sedici giorni trascorsi nel mondo
anglosassone è stata senza dubbio l’invidia. Non posso parlare d’invidia
citando il cibo, il nostro è mille volte meglio, ne posso sinceramente
invidiare il clima, la Sicilia è un paradiso al confronto; ma, da buon
appassionato di SF, una cosa posso invidiare sopra tutte: l’immensità del
materiale anglofilo. Libri, riviste, fumetti, film, tutti rigorosamente in
inglese, tutti rigorosamente belli e perfetti. Entrare in una grande libreria
di Dublino, o di Liverpool, o di Edimburgo è stato un vero e proprio choc.
Intere sezioni delle suddette totalmente dedicate al nostro genere preferito,
scaffali e scaffali di migliaia di cose nuove che è letteralmente impossibile
elencare di seguito. Sei metri dedicati a Star Trek, dodici a Star Wars, due o
tre riservati al Signore degli Anelli, e poi The River World di Farmer, gli
androidi e simili di Dick, tutti ordinati per tipo e autore, in una vera e
propria orgia di colori e luccicanti copertine. Avrò aperto centinaia di libri
- nel mondo anglosassone si usa consigliare agli avventori delle librerie di
“please, touch the books!”, “per favore, toccate i libri”…Si arriva al
paradosso che, accanto agli scaffali, vi sono dei sedili dove ognuno può
prendere un libro in esposizione e leggerlo, incredibile! – quindi, come
dicevo, ho aperto centinaia di libri è mi sono sentito mancare, il mio inglese,
poco più che informatico, era ben poca cosa per poter comprendere interi
romanzi, e per questo, nonostante la forte tentazione, ho risparmiato un
congruo numero di milioni, evitando di comprare tutto quello che volevo…Ma
questo non è bastato. Come un disperato che da giorni non mangia, solleticavo
il mio appetito con appetitose pietanze non commestibili, e, al fine, mi sono
buttato nelle uniche cose che potevo, in qualche modo, fruire: le riviste.
Come
vedete dalle immagini che corredano il presente articolo esistono due periodici
dedicati ai maggiori eventi SF degli ultimi trentenni: Star Wars e Star Trek.
La rivista di Star Wars costa 4.85 sterline irlandesi, grosso modo 6.20 €, un
prezzo solo apparentemente gravoso (il costo della vita è ben diverso che da
noi, circa il doppio, quindi le rivista costano quanto da noi, o poco più).
Copertina lucida e 66 pagine di carta patinata. E’ un viaggio a 360° nel
continente della “forza”, un assoluto immergersi nel variegato mondo creato da
Gorge Lucas. Nel numero preso in esame troviamo le foto esclusive dell’episodio
II (molto prima che apparissero in Internet. NdA); un’intervista a Samuel L.
Jackson; tutto sul DVD della Minaccia Fantasma, e poi un poster, notizie dai
fan, lettere e quant’altro. La cosa che colpisce maggiormente è l’ampissimo
corredo fotografico, davvero da mozzare il fiato, soprattutto per gustosissime
immagini di “dietro le quinte”; interessanti anche molte schede tecniche su
armi e astronavi con disegni particolareggiati e di ottima fattura. Il tutto
condito con pubblicità (avete letto bene) davvero intrigante: se abiti nei
paesi anglosassoni, con una telefonata e una carta di credito, puoi avere
veramente tutto ciò che vuoi sul mondo di Star Wars, i prezzi, però, sono
salatissimik.
Passiamo
a Star Trek. La rivista costa 5.22 sterline irlandesi, circa 6.70 €, e si
presenta molto simile a quella dedicata a Star Wars: stesso numero di pagine,
stessa carta, stesso corredo fotografico. Rispetto alla precedente ha un’ampia
sezione dedicata alle convention, che, del resto, sono un fenomeno tipicamente
trekker. E’ però molto bello vedere i vari Picard o OME, indossare i panni
delle persone qualunque e dialogare con i fan. Bellissima la fotografia di
Duncan McNeil (Tom Paris in Voyager) circondato da “ciccioni” e “bambini”
sorridenti: un cult. Il numero preso in esame contiene un ampio reportage su
Enterprise, l’ultima nata in casa Star Trek (di cui parleremo ampiamente in
altre parte di Fondazione); interessante anche l’articolo sul X film della saga
(Star Trek Nemesis), intitolato “Class Reunion”, alludendo al fatto che
dovrebbe essere l’ultimo a comprendere il Cast di TNG al completo. Ricchissima
la sezione dedicata ai gadget.
La
terza rivista prese in esame è STARLOG, dal costo di 3.99 sterline inglesi,
circa 6.30 €, sfoggia “cento pagine cento” di carta patinata e vanta due
redazioni una a Londra e l’altra a New York (delirio!). In copertina troviamo
la N.Kidman del film “The Others”, poi, altri articoli su Halloween, su From
Hell, su Star Trek Enterprise, su Tim Burton, sul Signore degli anelli, e chi
più ne ha più ne metta. In esclusiva, allo stesso prezzo, un interessantissimo
cdrom dedicato al mondo del Doctor Who (una chicca straordinaria per chi, come
me, ha un ricordo nostalgico di questa strepitosa serie inglese). All’interno
una completissima e ragionata cronologia di Star Trek Voyager, una lunga
intervista a J. Frakes (il comandante Riker di STNG), un interessante articolo
sul modellismo SF, e decine di intriganti rubriche che si occupano del
fantastico: dai Bmovie a 2001 Odissea nello Spazio. In sintesi possiamo dire
che Starloog è una rivista piena, di gradevole visione (come le altre due,
mostra immagini di assoluto prestigio), completa di informazioni tra le più
disparate, e che manca completamente nel panorama della SF italiana.
In
conclusione, spero di aver indotto in voi quella stessa rabbia mista ad
invidia, che ho io nel cuore, ogni qual volta prendo in mano questi ricordi di
viaggio. D’altro canto, però, mi accorgo anche che l’Italia è un paese
relativamente giovane da un punto di vista SF, dove le case editrici che
puntano su questa genere devono arrabattarsi tra mille difficoltà. Per questo
mi accontento di quello che c’è…e vado a lezioni private d’inglese.
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