martedì 19 maggio 2020

Fondazione SF Magazine 20 Anniversay

Prosegue il nostro viaggio nel tempo lungo la storia di Fondazione, siamo al numero 1 e nel 2002. L'articolo che vi propongo ha il sapore retrò di un'epoca fatta di carta...Infatti, racconto lo sguardo stupefatto di un italiano appassionato di fantascienza che incontro la science fiction anglosassone in un suo viaggio tra Irlanda e Gran Bretagna...


UN ITALIANO ALLA CORTE DI RE ARTU’
Viaggio semiserio nell’universo della fantascienza in lingua inglese

Il sentimento più genuino che ho provato nei sedici giorni trascorsi nel mondo anglosassone è stata senza dubbio l’invidia. Non posso parlare d’invidia citando il cibo, il nostro è mille volte meglio, ne posso sinceramente invidiare il clima, la Sicilia è un paradiso al confronto; ma, da buon appassionato di SF, una cosa posso invidiare sopra tutte: l’immensità del materiale anglofilo. Libri, riviste, fumetti, film, tutti rigorosamente in inglese, tutti rigorosamente belli e perfetti. Entrare in una grande libreria di Dublino, o di Liverpool, o di Edimburgo è stato un vero e proprio choc. Intere sezioni delle suddette totalmente dedicate al nostro genere preferito, scaffali e scaffali di migliaia di cose nuove che è letteralmente impossibile elencare di seguito. Sei metri dedicati a Star Trek, dodici a Star Wars, due o tre riservati al Signore degli Anelli, e poi The River World di Farmer, gli androidi e simili di Dick, tutti ordinati per tipo e autore, in una vera e propria orgia di colori e luccicanti copertine. Avrò aperto centinaia di libri - nel mondo anglosassone si usa consigliare agli avventori delle librerie di “please, touch the books!”, “per favore, toccate i libri”…Si arriva al paradosso che, accanto agli scaffali, vi sono dei sedili dove ognuno può prendere un libro in esposizione e leggerlo, incredibile! – quindi, come dicevo, ho aperto centinaia di libri è mi sono sentito mancare, il mio inglese, poco più che informatico, era ben poca cosa per poter comprendere interi romanzi, e per questo, nonostante la forte tentazione, ho risparmiato un congruo numero di milioni, evitando di comprare tutto quello che volevo…Ma questo non è bastato. Come un disperato che da giorni non mangia, solleticavo il mio appetito con appetitose pietanze non commestibili, e, al fine, mi sono buttato nelle uniche cose che potevo, in qualche modo, fruire: le riviste.
Come vedete dalle immagini che corredano il presente articolo esistono due periodici dedicati ai maggiori eventi SF degli ultimi trentenni: Star Wars e Star Trek. La rivista di Star Wars costa 4.85 sterline irlandesi, grosso modo 6.20 €, un prezzo solo apparentemente gravoso (il costo della vita è ben diverso che da noi, circa il doppio, quindi le rivista costano quanto da noi, o poco più). Copertina lucida e 66 pagine di carta patinata. E’ un viaggio a 360° nel continente della “forza”, un assoluto immergersi nel variegato mondo creato da Gorge Lucas. Nel numero preso in esame troviamo le foto esclusive dell’episodio II (molto prima che apparissero in Internet. NdA); un’intervista a Samuel L. Jackson; tutto sul DVD della Minaccia Fantasma, e poi un poster, notizie dai fan, lettere e quant’altro. La cosa che colpisce maggiormente è l’ampissimo corredo fotografico, davvero da mozzare il fiato, soprattutto per gustosissime immagini di “dietro le quinte”; interessanti anche molte schede tecniche su armi e astronavi con disegni particolareggiati e di ottima fattura. Il tutto condito con pubblicità (avete letto bene) davvero intrigante: se abiti nei paesi anglosassoni, con una telefonata e una carta di credito, puoi avere veramente tutto ciò che vuoi sul mondo di Star Wars, i prezzi, però, sono salatissimik.
Passiamo a Star Trek. La rivista costa 5.22 sterline irlandesi, circa 6.70 €, e si presenta molto simile a quella dedicata a Star Wars: stesso numero di pagine, stessa carta, stesso corredo fotografico. Rispetto alla precedente ha un’ampia sezione dedicata alle convention, che, del resto, sono un fenomeno tipicamente trekker. E’ però molto bello vedere i vari Picard o OME, indossare i panni delle persone qualunque e dialogare con i fan. Bellissima la fotografia di Duncan McNeil (Tom Paris in Voyager) circondato da “ciccioni” e “bambini” sorridenti: un cult. Il numero preso in esame contiene un ampio reportage su Enterprise, l’ultima nata in casa Star Trek (di cui parleremo ampiamente in altre parte di Fondazione); interessante anche l’articolo sul X film della saga (Star Trek Nemesis), intitolato “Class Reunion”, alludendo al fatto che dovrebbe essere l’ultimo a comprendere il Cast di TNG al completo. Ricchissima la sezione dedicata ai gadget.
La terza rivista prese in esame è STARLOG, dal costo di 3.99 sterline inglesi, circa 6.30 €, sfoggia “cento pagine cento” di carta patinata e vanta due redazioni una a Londra e l’altra a New York (delirio!). In copertina troviamo la N.Kidman del film “The Others”, poi, altri articoli su Halloween, su From Hell, su Star Trek Enterprise, su Tim Burton, sul Signore degli anelli, e chi più ne ha più ne metta. In esclusiva, allo stesso prezzo, un interessantissimo cdrom dedicato al mondo del Doctor Who (una chicca straordinaria per chi, come me, ha un ricordo nostalgico di questa strepitosa serie inglese). All’interno una completissima e ragionata cronologia di Star Trek Voyager, una lunga intervista a J. Frakes (il comandante Riker di STNG), un interessante articolo sul modellismo SF, e decine di intriganti rubriche che si occupano del fantastico: dai Bmovie a 2001 Odissea nello Spazio. In sintesi possiamo dire che Starloog è una rivista piena, di gradevole visione (come le altre due, mostra immagini di assoluto prestigio), completa di informazioni tra le più disparate, e che manca completamente nel panorama della SF italiana.
In conclusione, spero di aver indotto in voi quella stessa rabbia mista ad invidia, che ho io nel cuore, ogni qual volta prendo in mano questi ricordi di viaggio. D’altro canto, però, mi accorgo anche che l’Italia è un paese relativamente giovane da un punto di vista SF, dove le case editrici che puntano su questa genere devono arrabattarsi tra mille difficoltà. Per questo mi accontento di quello che c’è…e vado a lezioni private d’inglese.

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